FOCUS SULLE INTOLLERANZE ALIMENTARI

È capitato a tutti di sentirsi gonfi o appesantiti dopo un pasto. Questo può spaventare e induce ad eliminare qualsiasi alimento sospetto, senza valutarne le conseguenze. Quando si parla di intolleranze alimentari? Quali sono? Si definisce intolleranza alimentare l’incapacità di digerire un nutriente, ovvero un piccolo componente di particolari cibi. Le uniche vere intolleranze alimentari, scientificamente dimostrate, sono quelle al lattosio ed al glutine.

Il lattosio è uno zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, l’organismo umano digerisce questo zucchero grazie all’aiuto di uno specifico enzima detto lattasi. L’intolleranza si verifica quando l’enzima è completamente assente nell’organismo fin dalla nascita, oppure se si verifica una produzione ridotta o ancora un malfunzionamento fisiologico. Il glutine è una proteina del grano e l’intolleranza si manifesta quando manca uno o entrambi gli enzimi che la digeriscono (gliadina e transglutaminasi), oggi si definisce questa condizione come gluten sensitivity (sensibilità al glutine).

In entrambi i casi, l’organismo non riesce a digerire questa proteina, dunque ogni qualvolta transita dall’intestino viene immediatamente eliminata attraverso feci liquide. La malattia celiaca è tutt’altra questione, si tratta di un processo infiammatorio di tipo autoimmune. Il sistema immunitario identifica le componenti del glutine come se fossero dei microrganismi patogeni e li aggredisce per eliminarli.

In questo processo infiammatorio viene danneggiata la mucosa intestinale che presenta gli enzimi digestivi del glutine, così l’organismo perde la capacità di digerirlo. Oggi esistono in commercio molti prodotti senza lattosio e/o senza glutine. Di cosa si tratta? Latte e derivati senza lattosio, vengono ottenuti a livello industriale grazie all’utilizzo dell’enzima lattasi che digerisce lo zucchero del latte prima del confezionamento del prodotto.  Sono naturalmente privi di lattosio le alternative vegane, poiché non utilizzano prodotti animali e derivati e non presentano lattosio nemmeno come conservante. Per quanto concerne gli alimenti privi di glutine, possono esserlo in modo naturale o chimico.

Quali sono le differenze? Il processo di eliminazione chimica della parte proteica del grano (glutine) comporta la produzione di un alimento carico di amido, uno zucchero complesso, poco adatto a tutti coloro i quali hanno problemi glicemici o di steatosi epatica. I cereali naturalmente privi di glutine sono: mais, riso, tapioca, quinoa, amaranto, chia, teff. Va precisato che tra i cereali di uso comune il riso è quello che viene metabolizzato meglio dall’organismo. È consigliabile preferire quinoa, amaranto, chia e teff per la loro alta digeribilità in quanto poveri di amido. Di recente si sono riscoperti i grani antichi quali Kamut, Senatore Cappelli e Timilia.

Si tratta di cereali, non OGM (geneticamente modificati), che hanno conservato tutte le caratteristiche originali del grano. Non crescendo in maniera geneticamente forzata, hanno mantenuto valori nutrizionali ottimali, infatti non sviluppano molto glutine né troppo amido. Ad ogni modo è sempre preferibile rivolgersi ad uno specialista del settore, per poter seguire una terapia alimentare personalizzata. Spesso, non si tiene conto di eventuali condizioni infiammatorie intestinali transitorie che possono essere confuse con le vere intolleranze alimentari.

Mi riferisco nello specifico alla sindrome del colon irritabile. In questo caso, la mucosa intestinale infiammata può temporaneamente danneggiarsi e perdere alcuni enzimi digestivi (lattasi, gliadina e transglutaminasi) e la capacità di digerire i rispettivi nutrienti (lattosio e glutine). Le sintomatologie sono molto simili, con la differenza che in questo caso l’intestino allunga i tempi di digestione, provocando una maggiore fermentazione di tutti gli zuccheri assunti attraverso il pasto. La terapia alimentare dovrà essere differente e tener conto delle sensibilità alimentari temporanee.

Mangia consapevolmente.

Dott.ssa Fabiana Venezia
Biologa Nutrizionista
Esperta in Nutrigenetica

Vedi l’articolo sulla rivista Vivi Bene